Associazione Confraternita Madonna del Carmine

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Il maiale

“ U’ PUARCU “

L’uccisione del maiale resta una delle tradizioni più belle ancora in uso nel nostro paese

Infatti, se fatta in modo tradizionale essa è una vera e propria festa, alla quale venivano invitati parenti e amici per festeggiare l’evento che si verificava una volta ogni anno.

L’uccisione prevedeva le seguenti fasi:

Alcuni uomini mentre “spaccano” un  maiale

Alcuni uomini mentre “spaccano” un maiale

dopo averlo legato, il maiale  veniva steso   sopra  ”L’AMMAZZATURU” che era un ceppo di legno o una balla di paglia; tre o quattro persone lo tenevano fermo e una persona, con un coltello detto “SCANNATURU“, lo uccideva . Questa operazione doveva essere  molto delicata in quanto un’altra persona doveva raccogliere il sangue , che serviva successivamente per fare “I’ SANCIERI”,.cioè i sanguinacci .

Ucciso il maiale, lo si metteva nella “MAJDDRA” cioè in un contenitore di legno dove il maiale veniva “SPINNATO” ovvero dopo averlo bagnato con acqua bollente, con appositi coltelli si toglievano tutti i peli.

Eseguita quest’operazione, si passava a tagliare la testa del maiale e si procedeva ad estrarre all’esterno del cuoio i nervi dei piedi  posteriori  per infilarci “U GAMMIEDDRU“. “U GAMMIEDDRU era un attrezzo di legno curvo che serviva per appendere il maiale al palo “ARU PALU” per poi poterlo “spaccare”.

La fase successiva era proprio quella di “spaccare” il maiale per poter togliere gli intestini (I’ STENDINI), che servivano per poter fare gli insaccati (SAZIZZA E SUPRISSATA); successivamente si toglievano il fegato, i polmoni e il cuore.

Terminata questa fase, si portava il maiale in magazzino dove doveva “raffreddarsi” in modo che il giorno seguente potesse “SPAZZUNATO” cioè essere diviso in tante parti e selezionare le carni.

In questa fase si preparavano le parti nobili del maiale come “U PRISUTTU”, “U CAPECCUADDRU”, “A PANZAREDDRA STISA E ARROTULATA e le “SPADDRE”.

Le carni rimaste si suddividevano secondo la qualità e i vari tipi di insaccati da realizzare (SUPRISSATE, SAZIZZA BONA, SAZIZZA DI FICATU, SAZIZZA DI PURMUNE E  VECCHJA (che era quello dove si mettevano tutte le rimanenze). Finita anche quest’operazione si iniziava a preparare “A QUADARA” dentro la quale si mettevano tutte le parti grasse del maiale.

Quando il grasso diventava liquido, venivano versati nella “QUADARA” le “OSSA” e i “CUARIJI” e dopo la cottura si provvedeva a raccogliere i “SCARAFUAGLI” e infine con amici e parenti si mangiavano” I’ FRITTOLE“.

L’ultima operazione era la preparazione del “SUZU” che si otteneva con l’aceto e le carni ottenute spolpando le ossa e le parti magre dei “CUARIJI.

[FONTE MOSTRA DEMOLOGICA]